Nome scientifico: Acer campestre

DESCRIZIONE

Questa pianta diffusa soprattutto a ridosso delle zone boschive prossime ai campi coltivati, la troviamo spesso con portamento arbustivo che la porta a non superare i 6 metri. L’arco della sua vita supera di rado i 100 anni.

La corteccia presenta degli ispessimenti suberosi negli individui giovani che poi, in età adulta, scompaiono lasciando il posto ad una superficie solcata da “placche” compatte di un colore grigiastro.

Pianta poligama con fiori ermafroditi i frutti sono delle disamare dal colore inizialmente verde chiaro per poi virare, giunte a maturazione, verso un colore marrone. Le ricordiamo perché, raccolte e lanciate in aria iniziano a vorticare esattamente come fanno le pale di un elicottero.

L’Acero campestre è pianta ubiqua che non predilige però terreni troppo aridi e che troviamo a livello del mare fino ai 1000 metri circa.

PRESENZA AL PARCO DELLA STORGA

L’albero è diffuso ampiamente in seguito al rimboschimento del 2000, ora tende persistentemente ad ampliare la propria presenza.

CURIOSITÀ

Veniva usato sia come tutore per i vitigni, sia come siepe interpoderale, associata ad altri arbusti quali il Biancospino (Crataegus monogyna). Il suo legno molto robusto veniva usato per ricavare i manici per gli attrezzi agricoli e come buon combustibile.